+o- il sesso confuso. racconti di mondi nell’era aids
l’origine
due persone nate nel 1966. due persone che, negli anni in cui l’aids comincia la sua opera distruttiva, si affacciano alla scoperta della sessualità. due persone che vivono la storia della malattia dai due differenti punti di vista possibili: quello di chi ha involontariamente aperto le porte della propria esistenza al virus, lasciandosi contagiare e passando nella metà campo della sieropositività, e quello di chi a causa della malattia ha perso amici, persone care e anche occasioni e spontaneità, ma è rimasto fuori dal gruppo dei contagiati. I due protagonisti attraversano i decenni dell’“era Aids”, dal desiderio di contatto adolescenziale negli anni ’70, al terrore del contagio che ammala più del virus negli anni ’80, alla rinascita della speranza con cui gli anni ’90 salutano le scoperte della scienza e i nuovi farmaci che portano con sé, fino ad arrivare ai giorni nostri, con il loro assordante silenzio. ed è proprio il silenzio che spinge a parlare: oggi è il momento di chiedersi cosa è successo.
le domande
la poltrona bianca. una presenza neutra, ricorrente e silenziosa che accompagna, sostenendola, la trama di un documentario che vuol fare il punto della situazione sulla pandemia che ha travolto il nostro secolo: l’Aids.
Non una malattia come un’altra. piuttosto un fenomeno che fin dai primi anni scavalca l’ambito medico per sconvolgere i costumi, creare sentimenti profondi, di sospetto come di solidarietà, cambia il modo di rapportarci con gli altri. Oggi, a oltre 25 anni dai primi casi, è giunto il momento di guardarci indietro e capire che cosa è successo.
com’è cambiata la nostra società? che cosa è successo a una civiltà che si è contagiata e infettata di umori, dolori e disperazione portati in grembo da questo virus? dove incontriamo e viviamo l’aids? che posto occupa nelle nostre esistenze? e infine: questa immane tragedia sanitaria, che è costata la vita di migliaia di persone può costituire anche un’opportunità per l’umanità?
i temi
condividendo questi interrogativi con i protagonisti dell’epidemia, sorgono le tematiche coinvolte nella diffusione del virus: gli stili di vita e i mutamenti che hanno subito, a partire dalla liberalizzazione dei costumi negli anni ’70 fino alla nascita del bareback, pratica sessuale non protetta e consapevole in situazioni a rischio; l’impatto sulla società e sulle vite, i ricordi dei giovani colpiti, l’incubo di una morte solitaria tra le paure e le condanne di un ambiente sociale terrorizzato; l’incredibile sviluppo scientifico, l’arrivo di farmaci capaci di far rinascere i malati fino ad allora senza speranza, la ricerca del vaccino, la praticabilità della terapia, il futuro della malattia; il ruolo dei medici e quello dei pazienti, le emozioni di una battaglia contro una malattia che è anche un fenomeno sociale, le mancanze della politica; la storia dei gruppi che sono stati purtroppo protagonisti dell’infezione, gay, tossicodipendenti, etero… e, soprattutto, i vissuti, le tracce incise nella esperienza delle persone dal passaggio di questa malattia.
le inquadrature
due telecamere, due punti di vista. una vicinissima come a voler catturare ogni sospiro, ogni minimo dettaglio, l’incrinatura della voce o l’afonia di un sentimento. l’altra più distante e discreta a cogliere il respiro più ampio del sentimento, la sua ricaduta sul senso generale, a ricordarci dove siamo e cosa stiamo facendo. due sguardi che riprendono il viaggio silenzioso, lento e costante di una poltrona, imperturbabile e fissa nella sua stazza immobile ed accogliente come un ventre che ospita i protagonisti di tante storie.
Sullo sfondo, dietro la poltrona tanti spazi, tanti luoghi, comuni, pubblici e privati che affollano le nostre giornate e la vita. un museo, il mercato in una piazza, la riva del mare, una gabbia di giraffe, una cantina di vini, la vita che continua con il suo scorrere, lento e indifferente.
Niente si ferma mai del tutto per riflettere, il tempo non allenta la sua morsa.
le persone
le storie e i volti di persone, tante e tanti diversi fra loro. Sono medici, attivisti, operatori del settore, personaggi dello spettacolo ma anche persone comuni. Ognuno a rappresentare se stesso messo di fronte ad alcune domande sull’aids, sulla felicità, la vita e il sesso. Senza bisogno di introduzioni o presentazioni ognuno affonderà, a proprio modo, le mani in un “impasto” fatto di pensieri, racconti e descrizioni. I loro volti, in un paese come il nostro dove il virus è sempre stato vissuto nascostamente, sono l’unico documento disponibile per raccontare l’epidemia, e sui loro volti si compone il racconto collettivo di quella storia, come se fossero un solo narratore che assume volti e voci differenti nelle varie esperienze che attraversa. ad aiutare questo multiforme narratore, quattro presenze “altre” puntualizzano il tema di ciascun decennio in cui è suddiviso il racconto: un esperto di studi gay parla di sesso tra i cespugli di una spiaggia, un biologo e narratore riflette sulla iniziale sconfitta della scienza in un museo tecnologico, uno scrittore condanna le ingiustizie commesse in nome del contagio camminando per strade di città, un gruppo di studenti tra i banchi di scuola mostra incosciente la pericolosa ingenuità dei nostri anni. mentre i tanti narratori sono colti immobili sulla loro poltrona, queste presenze si muovono in un’ambientazione aliena, guardando lo spettatore negli occhi, invitandolo a fare il punto sul nostro tempo.
un film di andrea adriatico e giulio maria corbelli
testimonianze di
fernando aiuti, adriana ammassari, guglielmo campione, vincenzo capuano, alessandra cerioli, fiore crespi, barbara ensoli, goffredo freddi, pol g, franco grillini, rosaria iardino, raffaele lelleri, catia lucentini, daniela minerva, mauro moroni, cristina mussini, pier cesare notaro, massimo oldrini, andrea pini, beppe ramina, jessica rossetti, roberto sardelli, diego scudiero, vincenzo sparagna, thomas trabacchi, livia turco, stefano vella, luca zanesi
punti sul nostro tempo di
marco pustianaz, piersandro pallavicini, stefano benni, studenti del liceo ginnasio statale “luigi galvani” di bologna
operatori raffaella cavalieri, carlo strata
suono in presa diretta fabrizio tito cabitza, enrico medri, ivan olgiati, roberto passuti
suono in post-produzione diego schiavo
montaggio roberta bononi
con la collaborazione di andrea scano
allievi di officinema – la bottega dei mestieri della cineteca di bologna
produzione esecutiva saverio peschechera
con la collaborazione di mariaconcetta mercuri
ufficio stampa studio morabito
prodotto da daniela cotti e monica nicoli
per cinemare
con il sostegno di merck sharp & dohme, emilia-romagna film commission
un ringraziamento a cineteca di bologna
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